EH4800 Small Stone – Riparazione

Pedalino in circolazione dalla prima metà degli anni ’70, l’EHX Small Stone Phase Shifter ha visto negli anni della sua commercializzazione diverse revisioni circuitali.

La sua più recente incarnazione vede l’adozione di componentistica SMD quale modifica più evidente, ma si differenzia dai modelli precedenti anche per le soluzioni adottate.

Nel seguito il log di riparazione di un recentissimo EH4800 (quello con la grafica molto “seventies”, per intenderci…).

Sintomi

I sintomi del paziente erano: spia di monitoraggio innesco dell’effetto funzionante, ma uscita audio muta. Attivando lo switch di true bypass l’audio entrante usciva senza problemi (e naturalmente senza modulazioni).

Diagnosi

Essendo un pedale true bypass, disattivandolo tramite pressione dello switch l’audio in ingresso viene fisicamente incanalato direttamente all’uscita, senza passare dai buffer interni. Il circuito del pedale viene completamente escluso e l’unica conclusione che questo permette di trarre è che lo switch sia ok.

Il fatto che attivando il pedale il LED spia si accendesse era indice di alimentazione a posto (o quantomeno non c’era un corto circuito fra tensione e massa) e nient’altro. Il circuito del LED, infatti, è molto semplice e non fornisce informazioni sullo stato generale del circuito.

Estratto degli schemi EHX Small Stone rev. 4-26-02

In sostanza, quando lo switch viene attivato, il catodo del LED viene messo a massa, circola corrente e il LED si accende. Punto.

La completa mancanza di audio in uscita fa pensare ad una interruzione del circuito di percorso audio. Non avevo a questo punto da fare altro che aprirlo per dare un primo sguardo al circuito.

Circuito

Rimossi i dadi che bloccano lo switch di innesco e la levetta di “color” e rimosse quattro viti sul fondo, lo Small Stone mostra il suo lato B.

Lato B. Poca roba.

Più popolato il lato A.

Lato A Small Stone.

Il circuito è piuttosto semplice: a ridosso del connettore audio di ingresso c’è un amplificatore operazionale (TLC2272) che funge da buffer sia per il segnale in ingresso che per quello in uscita. Questi due stadi di buffering non erano presenti negli schemi più recenti che sono riuscito a reperire in rete, datati 2003.

Alla sinistra dell’amplificatore di buffer, vicino al connettore jack di uscita, il primo dei due amplificatori operazionali a transconduttanza (OTA), LM13700. Il secondo è posizionato nella parte in alto a sinistra della PCB. Questi due, complessivamente, costituiscono i quattro stadi di phasing del circuito.

OTA LM13700

Ultimo – ma non ultimo – l’amplificatore operazionale che vedi in alto a destra in foto: sempre un TLC2272, come quello di buffer che abbiamo visto prima. Questo, assieme ai componenti passivi al contorno fra cui l’unico potenziometro del circuito, genera e definisce le caratteristiche dell’oscillazione a bassa frequenza (LFO) che modula l’effetto di phasing. Il segnale modulante entra agli input (+) degli OTA (pin 3 e 14).

Amplificatore “LFO”

Approccio alla riparazione

Prima di mettermi con l’oscilloscopio a sondare segnali audio e di modulazione, do un’occhiata al circuito da vicino per isolare eventuali problemi banali.

Con l’aiuto del microscopio mi accorgo che l’amplificatore di buffer ha qualcosa di sospetto…

visto niente?

Le saldature dei piedini sembrano infatti criccate, “fredde”.

A questo punto ripasso le saldature del buffer con il saldatore a stilo. Lo provo. Niente da fare: ancora gli stessi sintomi che avevo in partenza.

Provo a risaldare l’integrato anche con la stazione ad aria calda, ma ancora niente. Durante lo smoke test, però, mi accorgo che l’amplificatore diventa molto caldo, al punto da non poterci lasciare il dito sopra. No buono. Lo avrò bruciato io fra una saldatura e un’altra? Non posso escluderlo.

Verificato il malfunzionamento, non ho altra scelta se non quella di dissaldare completamente il buffer, ripulire a dovere le piazzole dallo stagno “precedente” (“è tutta colpa degli stagni precedenti”, “lasciateci lavorare”, etc etc 😀 ), saldare un nuovo amplificatore e testare.

Chissà che con un pizzico di fortuna…

Meglio abbondare che deficere 😉

BAM! Funziona!

Cause?

Cosa può aver causato il malfunzionamento? Non posso escludere che il proprietario precedente abbia utilizzato una tensione non corretta (ho comprato il pedalino già guasto). Una inversione di polarizzazione avrebbe fatto saltare i condensatori elettrolitici, risultati però sani. Oltretutto c’è un diodo di protezione per una tale evenienza (non presente negli schemi che ho, ma è li che mi guarda, quindi c’è), dunque escludo questa possibilità. Forse è stato usato uno di quegli alimentatori universali, selezionando la giusta polarità ma settando una tensione eccessiva (il TLC2272 non ha un range di tensioni operative molto esteso, anzi).

Altra ipotesi è che l’ampli sia morto precocemente. Non una bella prospettiva, ma assolutamente possibile.

Il materiale che pubblico è gratuito e per tutti. Nessuna eccezione.
Sei comunque il benvenuto se vuoi fare una piccola donazione volontaria per incentivare lo sviluppo di nuovi progetti, aiutarmi a finanziare la realizzazione di nuovi prototipi e acquistare i componenti necessari.
Puoi farlo al seguente link:
https://www.paypal.com/paypalme/barito77

Hai qualche strumento o effetto bisognoso di cure che potrebbe essere oggetto di un articoletto su questo blog? Parliamone!

Pubblicato da synthbrigade

Appassionato di elettronica e sintetizzatori, mi diletto nella riparazione e manutenzione delle mie macchine e nella realizzazione di dispositivi per sfruttarle al meglio