“Moduli Modulari”, Eurorack Compatibili

I cosiddetti “sintetizzatori modulari” sono strumenti i cui componenti costitutivi (i “moduli”, appunto) sono selezionabili dall’utente.

L’aspetto peculiare di questi è il loro essere uno strumento “unico”, in continua evoluzione con il gusto (e le finanze) del musicista.

I moduli che costituiscono il sintetizzatore svolgono funzioni ben definite: dopo accurata valutazione, li prendi così come sono, li metti in uno slot libero dello chassis del tuo synth e ci giochi.

Ok, un synth modulare lo so cosa sia, ma il titolo parla di “moduli modulari”, non di synth modulari!

Adesso mi spiego.

Moduli Modulari

Qualche settimana fa stavo realizzando un modulo di “voltage processing“, cioè votato alla modifica di un voltaggio di modulazione, che mi permettesse di dare un offset DC e magari un po’ di spostamento di fase ad un oscillatore a bassa frequenza – nello specifico volevo portare il mio LFO in un range utile alla modifica del duty cycle della forma d’onda quadra degli oscillatori basati su AS3340.

Durante lo sviluppo, ho cominciato a pensare anche ad un modulo attenuatore e mi sono reso conto che i circuiti che lo costituivano erano in buona parte gli stessi di quello di prima…

BAM! Epifania.

Così è nata l’idea della “Modularità Modulare” o, in alternativa, della “Modularità a blocchi”. In pratica, piccoli circuiti geometricamente ed elettricamente compatibili fra loro i quali, una volta “incastrati”, formano un modulo Eurorack.

Blocchi” ed Esempi

I circuitini costituenti (o “blocchi”) sviluppati fino ad ora sono cinque:

  • Blocco filtro di tensione di alimentazione
  • Blocco attenuatore passivo
  • Blocco DC offset
  • Blocco spostamento di fase
  • Blocco amplificatore invertente

A questi si aggiungono un blocco frontale con gli elementi del pannello ed il pannello stesso.

Vediamoli questi signori!

Blocchi, fotina di gruppo al parco giochi 🙂

Cosa possiamo farci? Alcuni esempi di moduli eurorack completi assemblati a partire da blocchi possono essere:

  • DC offsetter attenuato
  • Phase shifter attenuato
  • DC offsetter con spostamento di fase
  • Doppio attenuatore passivo (questo serve sempre!)
  • Doppio amplificatore invertente/diretto
  • … e altri 🙂

Insomma, tutti i moduli in tutte (o quasi) le combinazioni. Siamo limitati naturalmente dal numero di blocchi finora realizzati, ma nulla vieta di ampliare la gamma.

Ho realizzato un piccolo video per mostrare quanto sia semplice passare da una configurazione ad un’altra. Eccolo:

Miwa! Lanciami i componenti!

Ho anche scritto un Instructables dove descrivo nel dettaglio le funzioni dei blocchi e dimostro il funzionamento dei circuiti tramite il software Circuit JS1.

In quell’articolo trovi anche la lista dei componenti dei vari blocchi e il link alla pagina dove conservo tutti i file Gerber necessari a farsi fare le schedine.

Se ti interessa, lo trovi >>QUI<<.

Una fotina di “modulo a blocchi” (non si vede, ma è un DC offsetter attenuato) montato sul mio sintetizzatore:

Modulino in configurazione offsetter attenuato (è quello li a sinistra…)

Pro e Contro

L’approccio adottato in questo progetto ha diversi lati positivi:

  • permette di costruire moduli ad-hoc
  • la condivisione di blocchi e faceplate rende più economica la realizzazione di moduli con funzioni diverse
  • I blocchi sono riutilizzabili: se un modulo non ti serve più, puoi smontarlo e assemblarne un’altro
  • è divertente!

In caso di spazio limitato a pannello, moduli come questi possono essere “convertiti” in altri moduli e rendere così disponibili nuove funzioni a “costo zero”.

Ci sono anche dei lati negativi, naturalmente:

  • essendo ogni modulo modulare costituito da due semi-moduli indipendenti, a pannello avrai un numero maggiore di jack rispetto ad un modulo dedicato
  • essendo il modulo modulare largo 4HP, i blocchi possono ospitare solo circuiti semplici
  • i faceplate sono “generici” (non hanno grafiche dedicate) quindi le funzioni dei vari semi-moduli potrebbero non essere immediatamente riconoscibili

Il secondo svantaggio potrebbe essere risolto sviluppando moduli più larghi, ma circuiti più complessi solitamente richiedono anche un numero non compatibile fra loro di elementi a pannello ed il vantaggio della intercambiabilità del faceplate e degli elementi frontali verrebbe meno.

Il terzo svantaggio si può arginare utilizzando un overlay di cartoncino con le dovute grafiche. Se cambi blocchi, cambi il cartoncino. Scrivere direttamente sul pannello potrebbe essere controproducente in vista di possibili modifiche nella scelta dei blocchi costituenti il modulo.

Prospettive

Tutti i blocchi che abbiamo visto svolgono funzioni compatibili con la presenza degli elementi frontali fissi “potenziometro e due jack”. Rimanendo nel novero dei modulini 4HP e consapevoli dei limiti associati alla “tecnologia” qui descritta, potremmo estendere le combinazioni di “moduli modulari” sviluppando blocchi compatibili con soli jack – avrei pensato, per esempio, ad un modulino di attenuatore controllato in voltaggio… – o altre configurazioni.

Ok, ok, lo ammetto: sto già lavorando ad una nuova run di blocchetti 🙂

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Pubblicato da synthbrigade

Appassionato di elettronica e sintetizzatori, mi diletto nella riparazione e manutenzione delle mie macchine e nella realizzazione di dispositivi per sfruttarle al meglio